
Intervista ad Adriano Panzironi
Voglio cambiare la medicina...
di Maurizio Falcioni
Sig. Panzironi, prima di tutto voglio ringraziarla per essersi reso disponibile a fare questa intervista. Vede io sono molto curioso, specie quando si tratta di ritrovare la salute perduta. Come tutti del resto anche io sono desideroso di raggiungere un livello ottimale di benessere psicofisico, quindi voglio indagare il più possibile sulle novità che stanno emergendo in questo momento e cercare di dare un senso a ciò che si dice in giro.
Per chi non la conoscesse, possiamo dire che lei è un giornalista e principalmente una persona molto determinata, cosi determinata da aver creato un vero e proprio supporto della salute attraverso un libro di più di 600 pagine dal titolo Vivere 120 anni. Inoltre con suo fratello Roberto Panzironi oltre a scrivere il libro ha creato anche una linea di integratori naturali a base di spezie, i quali vengono venduti come supporto alla dieta stessa.
Non sono solo a base di spezie, questo è sempre un errore che viene commesso, perché poi tutta la
comunicazione viene basata su queste benedette spezie. In realtà le spezie riguardano solo gli integratori orac spice, gli altri solo integratori... Ad esempio ci sono degli inibitori del cortisolo che sono lo stress killer, c'è la melatonina, la vitamina C, gli omega 3, gli aminoday, i radical killer che sono estratti di piante, le spezie sono soltanto uno dei 9 integratori è quello che noi utilizziamo come campagna promozionale, perché se uno acquista due confezioni di orac ha il libro in omaggio, si tratta però solo del prodotto di punta perché il più naturale possibile. La linea life 120 prevede tutti i principi attivi che io spiego nel libro e che sono fondamentali per integrare quello che noi oggi non troviamo più negli alimenti che sono in linea con il nostro metabolismo ma non sono più ricchi di quei sali minerali, vitamine e principi attivi che dovrebbero renderli equilibrati.
Ora le faccio una prima semplice domanda. Chi è veramente Adriano Panzironi ?
Adriano Panzironi è un giornalista che da quando ha 17 anni é appassionato di scrittura e giornalismo e quindi anche di un po' di vena commerciale nel senso che mi è sempre piaciuto avere la possibilità di confrontarmi, non sono un giornalista chiuso tipo un topo da biblioteca, la mia curiosità, la mia voglia di conoscere cose nuove mi ha portato all'età di quarant'anni, soffrendo di un po' tutte le patologie di cui soffrono le persone quando arrivano a quell'età, ad approfondire un settore che era a me sconosciuto, cioè quello dell'alimentazione.
Compreso e intuito qual era l'alimentazione che poteva andare bene per l'essere umano, ho però voluto capire in maniera profonda il perché effettivamente ci stanno consigliando un'alimentazione del tutto sbagliata e per capire questo ho dovuto cominciare a studiare un po' come fa un dottore che si deve laureare: comincia dai libri di biologia, si legge tutti i libri che possono far comprendere il funzionamento del proprio corpo che prima gli era assolutamente sconosciuto.
Una volta aver assimilato queste cognizioni di base sono andato a fare delle ricerche di tutti quegli scienziati, quei ricercatori che nel tempo avevano raccontato delle verità a cui nessuno aveva dato voce, perché ovviamente per il 99% della popolazione l'alimentazione mediterranea è quella corretta, quando invece in realtà è quella che ci fa ammalare maggiormente. Quindi sostanzialmente Adriano Panzironi è un giornalista curioso che di fronte a un argomento qualunque incomincia a studiare prima di cominciare a parlare.
Prima di parlare della dieta nello specifico vorrei cercare di capire qual è il motivo che sta spingendo l'opinione pubblica a farle degli attacchi. Ad esempio la trasmissione televisiva le iene ha realizzato un servizio su di lei facendola passare per un ciarlatano, c'è una vera e propria mobilitazione contro di lei. Sono convinto che stia attraversando un momento entusiasmante e allo stesso tempo molto complesso, sono anche convinto che lei si stia domanda e forse si è già dato una risposta alla domanda: “perché loro non ci stanno?”.
Le chiedo di rispondere davanti a noi che non siamo né l'una né l'altra parte bensì solo curiosi sperimentatori che vogliono tornare in salute.
Non ci stanno perché quando si scuote lo status quo è normale che ci siano tante persone che hanno da perdere. La cosa drammatica è che ci sono persone che sono consapevoli che quello che io racconto è una verità assoluta e quindi cercano di fermarmi e ci sono persone allineate a un pensiero comune, spaventate dall'idea che qualcuno possa cambiare quello che è oramai per loro una conoscenza acquisita; ovviamente siamo tutti fieri di avere la dieta migliore del mondo ma poi non ci accorgiamo che siamo anche quelli al mondo più malati, insieme a gli altri. Quindi se da una parte gli attacchi posso essere spinti e stimolati da lobby farmaceutiche o lobby di società e aziende che invece propinano gli alimenti che io denigro assolutamente come pane, pasta, pizza, patate, riso, legumi e quant'altro... E' evidente che un giornalista che nelle sue trasmissione spiega il perché questi alimenti fanno male e lo fa in un modo da rendere consapevole il cittadino è certamente una minaccia da abbattere. Poi ci sono quei giornalisti che invece mi attaccano perché non conoscono, non approfondiscono, non hanno quelle conoscenze biochimiche, biologiche, tutte quelle informazioni che io ho dovuto ricercare per scrivere il mio libro e quindi per loro diventa molto più facile fare il titolo di copertina: “Panzironi cura con le spezie”, peccato che io queste cose non le abbia mai dette. Quindi se da una parte il tutto è partito dalle iene che è un programma diciamo così, scandalistico che attua delle vere e proprie campagne diffamatorie soltanto al fine di incassare i soldi delle pubblicità che poi troviamo nelle trasmissioni del giovedì e della domenica, è evidente che tutto questo non è rispettoso ne per la mia figura ne per quello che sto cercando di fare. Purtroppo, ripeto, purtroppo i giornalisti non hanno ne la voglia ne il tempo di approfondire quello che io affermo, quindi semplicemente preferiscono andare magari dal professionista di turno, andare dal diabetologo che continua a consigliare alimenti ricchi di carboidrati a persone che hanno problemi con l'insulina o comunque che hanno la glicemia alta. Quindi alla domanda, che cosa pensa di Panzironi, questi non faranno altro che dire di tutto e di più inevitabilmente, quello però che mi sarei aspettato da giornalisti, magari migliori di me, è cercare di riconoscere il vero scoop e il vero scoop non è che Panzironi fa i soldi vendendo integratori ma che Panzironi sta cambiando la storia della medicina in Italia e che poi questo porterà ad un cambiamento nel mondo.
Ora veniamo concretamente al suo lavoro. Lei non è un medico ma un giornalista - pubblicista, e il suo libro è il lavoro di un giornalista. Anche se lei all'inizio dell'intervista, per coincidenza, ha detto che non è un topo da biblioteca in realtà durante una sua trasmissione lei stesso si è definito tale, quindi è anche questa figura a rappresentarla, cioè quella di persona curiosa che si mette sui libri di medicina, di biologia, studia per tanto tempo fino ad arrivare ad un risultato, ad una scoperta. Questo suo metodo di ricerca ha voluto portare in superficie con un linguaggio comprensibile informazioni già esistenti, ciò che la scienza ha già confermato. Dico bene?
Quando mi sono definito “topo da biblioteca” non lo intendevo nel senso di quei giornalisti che non escono mai dal proprio ufficio e non fanno altro che scrivere e scrivere. Quando però ho scritto il libro vivere 120 anni sono stato un anno chiuso in ufficio giorno e notte a studiare e a scrivere, con quella capacità e questa mi è stata data dall'esperienza, di riuscire a tradurre informazioni complesse in un linguaggio comprensibile che è un po' magari classico di chi deve tra virgolette comunicare, quindi è un po' più commerciale dal punto di vista della comunicazione. Certamente quello che io ho ricercato e studiato sono cose affermate da grandi ricercatori, da premi Nobel; ho cercato solamente di renderli leggibili per intero, perché ogni ricercatore, ogni dottore cerca sempre di approfondire un aspetto della medicina, chiaramente nessuno è mai riuscito come nel mio caso a unire tutti i puntini di questo disegno per rendere comprensibile e visibile a chi lo guarda chiaramente di cosa si tratta. C'è lo scienziato che ti spiega come lo zucchero fa venire il tumore ma poi non ti dice che la pasta è piena di zucchero. Oppure ci sono altri collegamenti che questi ricercatori, scienziati non fanno perché il loro lavoro è finalizzato a fare delle scoperte mirate su vari meccanismi anche biologici-cellulari. Io sono riuscito a riunire tutte queste ricerche e a presentarle in un modo comprensibile anche alla “signora Maria” infatti ci sono persone che non hanno mai letto un libro e si trovano a comprendere un linguaggio medico cominciando a diventare consapevoli della propria salute. E' evidente che dietro il libro, vivere 120 anni, c'è una ricerca incredibile, molto profonda dei meccanismi biologici, di articoli che dimostrano poi queste informazioni in termine generico, ricerche specifiche per ogni malattia, ecco perché vivere 120 anni è diviso in capitoli e per ogni patologia si spiega come i carboidrati incidono nel far comparire la stessa.
Secondo quanto lei dice, attraverso questo profondo studio dei contenuti scientifici, mi permetta questa libera interpretazione, l'essere umano negli ultimi diecimila anni avrebbe distorto la propria alimentazione per due motivi principali: uno riguarda l'incapacità di poter ascoltare veramente i segnali del corpo, quindi una sorta di anestesia dell'uomo civilizzato e l'altro motivo riguarda un naturale cambiamento del tipo di alimenti utilizzati, attraverso lo sviluppo dell'agricoltura.
Perché, sempre interpretando quanto lei dice, l'essere umano trabocca in un calderone di alimenti sostanzialmente inutili oltre che dannosi, e dannosi perché ricchi di carboidrati quindi stiamo parlando di zuccheri. Come sappiamo i carboidrati sono in tantissimi alimenti. Ora vorrei capire se quanto lei afferma è ancora in fase sperimentale oppure il libro rappresenta con fermezza una verità indiscutibile.
Allora le verità sono indiscutibili perché oramai i paleontologi sanno perfettamente dalle ricerche sulle popolazione paleolitiche quale fosse effettivamente l'alimentazione dell'uomo. L'uomo, due milioni e mezzo di anni prima di diventare cacciatore-raccoglitore era un frugivoro per cui, eravamo delle scimmie, ci cibavamo sostanzialmente di frutta. Poi ci fu una separazione di questo Australopiteco, un braccio andò verso l'alimentazione tipica del cacciatore-raccoglitore e quindi è diventato poi l'uomo Habilis, l'Homo Sapiens e l'altro diventò invece Australopiteco Robustus che continuò ad essere vegetariano e si estinse dopo due milioni e mezzo di anni, quindi questo ramo che invece andò verso il cacciatore-raccoglitore è evoluto fino al giorno d'oggi. Questo perché essere cacciatori raccoglitori significa avere la capacità di ricercare il cibo in una maniera più efficiente. Poi ci sono state le glaciazione e tutti i vari problemi dovuti al cambiamento climatico e se l'astralopiteco robustus si è estinto per carenza di cibo l'altro invece che ha cominciato a mangiare carne, pesce e verdura ha aumentato la dimensione cranica e questo ha potuto permettere di sviluppare un'intelligenza che ci ha fatto adattare nei vari milioni di anni successivi. Quindi noi per due milioni e mezzo di anni siamo stati dei cacciatori-raccoglitori non avevamo nell'ambiente alimenti quali cereali, legumi, patate, mais, non esistevano; il fatto di avere iniziato un cambiamento dell'alimentazione così radicale, è stato dimostrato essere la causa della comparse di patologie degenerative, addirittura già gli egiziani avevano problemi cardiovascolari, di carie, problemi artrosici ecc. Questo ci fa capire come l'introduzione di un'alimentazione sbagliata non abbia permesso al nostro corpo di resettare le proprie capacità metaboliche per fare in modo che quei carboidrati non inducessero dei danni. Questo è scritto a chiare lettere in qualsiasi libro di biologia, antropologia, insomma tutte scienze ben definite, per cui io in questo caso non racconto nulla di nuovo, semplicemente racconto una storia che la medicina ufficiale, soprattutto quella che si riferisce alla dietologia, tende a dimenticare. L'alimentazione corretta è quella dei nostri antenati e quando si pensa agli antenati si pensa al nonno, alla nonna e alla dieta mediterranea non ai nostri antenati di centinaia di migliaia di anni indietro che erano dei cacciatori raccoglitori. Quindi è questa la verità assoluta, poi come questi zuccheri indicano le varie patologie questo ce lo insegna ogni singolo libro di biologia, perché poi tutte le patologie hanno un nesso molto evidente, basta semplicemente studiarselo, con un eccesso di carboidrati.
Eliminare i carboidrati dalla propria alimentazione secondo la medicina allopatica significa togliere un importante elemento per il nutrimento delle cellule, ma da quanto lei afferma le cellule possono prenderlo anche da altre fonti, ad esempio dai grassi. Può spiegarci meglio questo passaggio? Cioè nel momento in cui noi togliamo i carboidrati che cosa succede all'interno della cellula?
Allora, qui c'è un grande misunderstanding perché chi studia biologia ricorda perfettamente che le uniche cellule che vanno a zucchero sono le cellule del cervello, i neuroni, sono gli eritrociti le cellule del sangue, sono le cellule muscolari del cuore, non ci sono altre cellule che utilizzano lo zucchero, le altre cellule utilizzano i grassi, non a caso quando noi non mangiamo zuccheri, non stramazziamo al suolo, cioè noi continuiamo a vivere perché il nostro corpo prende energia dai grassi.
Gli zuccheri che ci servono sono molto meno di quello che ci dicono e la dove avessimo una carenza il nostro corpo è in grado di trasformare i grassi in corpi chetonici, quindi le cellule del cervello sono in grado di utilizzare i corpi chetonici comprese le cellule muscolari e del cuore. Il nostro metabolismo, studiato dalla natura per milioni di anni che doveva anche contrastare fenomeni e momenti di carenza di cibo, ci ha messo in condizioni di essere efficienti anche la dove lo zucchero fosse inferiore alla necessità, ma parliamo in ogni caso di una quantità di zucchero di cento/centoventi grammi al giorno che comunque prendiamo dalla poca frutta che consiglio, dalla verdura e biologicamente il nostro corpo trasforma in zuccheri anche il 20% delle proteine che ingeriamo, inoltre la differenza della qualità delle proteine comporta che non siamo in grado di trasformare e utilizzare il 100% delle proteine che ingeriamo dal punto di vista plastico, una parte di queste diventa zucchero trasformato dal fegato, poi tra l'altro ogni molecola di grasso... diciamo che il trigliceride è collegato al glicerolo e il glicerolo è quella molecola che tiene i tre trigliceridi e anche questo glicerolo viene trasformato dal fegato in zucchero, quindi difficilmente abbiamo una carenza di zucchero; per questo motivo il life 120 non è un'alimentazione chetogenica perché chi fa life 120 normalmente non ha corpi chetonici nelle urine.
A me sembra che una delle patologie di cui più si parla in questi casi è la fibromialgia, una patologia che fino a poco tempo fa era ritenuta di natura psicosomatica. Oggi la medicina tradizionale comincia a parlarne anche se le cure sono sempre di ordine farmacologico e non ne vengono esaltate le cause anche perché non sono state ancora individuate. Se una patologia diciamo così, fantasma, figlia di questi tempi e delle nostre abitudini diventa un gancio per arrivare fino a quanto lei afferma nel suo libro, allora questo confermerebbe la totale incapacità dei media a vedere oltre i propri limiti e sopratutto un'enorme responsabilità che sta portando milioni di persone verso patologie sempre più gravi. Non trova curioso che sia stato lei cioè un giornalista e non un medico a lanciare questa campagna mediatica??
Vede la medicina tradizionale fino a pochi anni fa neanche considerava patologia la fibromialgia, però se andiamo a vedere gli studi sulla fibromialgia si rende conto che il problema principale è l'incapacità del mitocondrio di produrre una corretta quantità di energia; quindi sostanzialmente la fibrocellula muscolare nel fibromialgico si blocca. Allora io credo che sia un discorso di buonsenso, se noi sappiamo che c'è un problema di disfunzione mitocondriale noi dovremmo andare a cercare effettivamente quale è, quali sono le cause che inducono la disfunzione mitocondriale. Andando a vedere in biologia ci accorgiamo che è l'insulina che impedisce la riparazione dei mitocondri. Insomma sono tutte cose collegate che un buon ricercatore, un buon biologo riesce a vedere. Il medico di famiglia o il medico specializzato a somministrare farmaci non è in grado di farlo perché non è un ricercatore. Il problema della medicina è che è divisa sostanzialmente a metà, da una parte ci sono dei ricercatori fantastici che riescono a trovare delle informazioni straordinarie, dall'altra ci sono chi deve, il medico di famiglia, gli specialisti, applicare quello che ha trovato il ricercatore, molto spesso queste informazioni non arriveranno mai dallo studio alla cura perché c'è tutto un processo di riconoscimento, diciamo così, di queste ricerche che poi normalmente portano alla stimolazione di produzione di nuovi farmaci che devono andare a correggere quel problema evidenziato dal ricercatore. Nessuno si pone il problema, se c'è un danno se è stata notata un'alterazione il primo motivo lo dobbiamo andare a ricercare nell'alimentazione perché evidentemente quello che noi stiamo facendo ha indotto quel fenomeno degenerativo o quell'incapacità. Ecco forse nel libro io ho avuto più di altri la visione di comprendere come l'alimentazione fosse la causa principale di tutte le patologie.
Dal punto di vista della fibromialgia un altro ruolo fondamentale ce l'ha il cortisolo. E' vero che il fibromialgico è anche un depresso ma lo è perché contestualmente il cortisolo agisce sia causando la depressione sia causando la fibromialgia, quindi è una malattia concomitante; ci sono eziopatogenesi che sono praticamente quasi identiche da entrambe le due patologie soltanto che da una parte la produzione di neurotrasmettitori nel cervello riguardano la depressione e dall'altra la corretta funzionalità del mitocondrio.
Nel progetto life 120, quindi il libro più gli integratori c'è stata anche l'acquisizione di spazi televisivi, dove lei spiega, supportato anche da medici esperti, i processi biologici conseguenziali che confermano ulteriormente i contenuti scientifici del libro. Infine le testimonianze, anch'esse inserite all'interno del programma life 120 sono diventate delle vere e proprie attrazioni per chi si avvicina a questo approccio.
Tutto questo disegno può apparire non poco plastificato, cioè avvolto da quel tipo di marketing televisivo che ormai gli italiani conoscono bene, se pensiamo che una volta in televisione i predicatori facevano soldi parlando di Dio e oggi indubbiamente lo stesso accade con l'alimentazione. Perché proprio per lei tutto questo dovrebbe essere diverso?
E' molto diverso, per il semplice fatto che il cerca salute richiama esattamente quello che c'è nel libro. Il cerca salute per chi lo vede e per chi lo segue si rende conto che è un programma divulgativo, soprattutto le vecchie puntate dedicate ognuna ad una specifica patologia, ci sono anche dottori che si mettono a guardarle per ricordare nozioni di biologia e per comprendere meglio le patologie. Si parte dalla conoscenza della patologia, dal perché i carboidrati inducono quella patologia e la possibile soluzione per migliorare o addirittura guarire quella patologia; quindi sono delle vere e proprie lezioni, l'obbiettivo del cerca salute è quello di cercare di rendere consapevole il telespettatore del perché ci si ammala. Una volta che la persona diventa consapevole anche il cambiamento diventa naturale, è una grande lezione. Alcune testimonianze confermano che dopo aver visto il cerca salute e letto il libro all'interno delle loro case, ancora prima di aver avuto alcun contatto con il life 120 nella sua totalità, le persone applicano questo stile di vita stile di vita che è formato da: innanzitutto l'alimentazione, poi un ruolo ce l'ha anche l'integrazione e un ruolo ce l'ha anche l'attività fisica. Quindi sono tre cose che noi consigliamo, ciononostante le persone iniziano già con l'alimentazione, alcuni fanno integrazione alcuni no ottenendo dei grandi risultati che successivamente hanno il piacere di venirli a raccontare. E' ovvio che ci sia un aspetto di spettacolarizzazione dovuta a questi testimoni che vengo a raccontare dei veri e proprio miglioramenti quasi miracolosi, ma arginare la voglia di queste persone di raccontare il loro percorso diventa impossibile. Se lei immagina queste persona che sono state sofferenti per trenta, quaranta, cinquant'anni, sessant'anni e in tre mesi, soltanto cambiando alimentazione, magari integrando vitamina C, vitamina D ecc. riescono a risolvere patologie che per quarant'anni, cinquanta, sessant'anni le hanno veramente reso la vita un inferno è chiaro che queste persone hanno la voglia di gridarlo al mondo, e lo fanno nel cerca salute.
Però lei Sig. Panzironi non può negare che dietro quelle immagini e dietro i termini che vengono utilizzati all'interno del programma c'è anche un progetto di marketing.
Il progetto di marketing c'è perché un'azienda che che... Allora qui bisogna ragionare come noi vogliamo valutare l'impresa. Se un'impresa è da considerare meritoria, cioè se questo progetto lo avesse fatto una ONG o lo avesse fatto una fondazione allora tutto sarebbe andato nella giusta direzione... No? Ci sono attività d'impresa che hanno in maniera intelligente, in maniera consapevole, in maniera etica sviluppato il proprio business. Finché l'impresa non sarà demonizzata e tutti gli imprenditori arrestati è chiaro che chi fa questo tipo di attività e lo fa con coscienza e con etica va apprezzato e non demonizzato. Per quanto riguarda l'integrazione è un'integrazione libera; non nascondo che le persone acquistando gli integratori danno l'opportunità al life 120 di far conoscere ancora meglio questo stile perché l'azienda investe più del 50% per acquistare spazi televisivi e mettere in onda le repliche, ma questo è nell'interesse di tutti, perché se non ci fossero stati gli integratori sarebbe stato impossibile per il life 120 acquistare gli spazi televisivi che fanno conoscere questo stile di vita. Quindi, è una cosa negativa il fatto che un azienda venda integratori e utilizzi una parte di questi soldi per far conoscere lo stesso progetto e salvare milioni di vite umane? Io credo di no. Poi se dall'altra parte c'è l'interesse a dimostrare che Panzironi fa questo soltanto per guadagnare e lo fa addirittura inducendo le persone a comprare integratori anche se non serve, questo è un altro discorso, d'altronde io nelle trasmissioni le poche volte che parlo d'integrazione parlo sempre di principi attivi, parlo di vitamina C, vitamina D, omega3, di melatonina, se lei va in farmacia trova cento marche diverse di vitamina C, cento marche diverse di melatonina, cento marche di ogni cosa, se poi le persone decidono di fidarsi del life 120 è una scelta personale, ma i nostri prodotti sono notevolmente meno costosi di tutti i prodotti che trova sul mercato, quindi si da una percentuale importante di principio attivo con dei prezzi a volte cinque volte inferiore a quello che trova in farmacia.
Che cosa esattamente l'ha spinta ad intraprendere questo percorso di ricerca? Nel programma le iene vengono esposti i numeri che dimostrano quanto il progetto life 120 le ha fruttato fin'ora, si parla di milioni di euro. Tornando alla domanda iniziale sulla spinta che l'ha portata a fare tutto ciò, mi piacerebbe che lei spiegasse meglio l'intento nucleare della sua scelta. Insomma perché mettersi a fare la guerra contro un sistema a scopo di arricchirsi quando invece avrebbe potuto fare lo stesso con altre modalità, ad esempio supportando progetti e assecondando idee e metodi che lei stesso attacca?
La domanda è molto complessa. Innanzi tutto le iene hanno fatto dei servizi indecorosi e hanno raccontato delle verità assolutamente non vere, perché quando si parla di guadagno non si può parlare di fatturato; se le iene parlano di centomila libri con un incasso di due milioni di euro tutte le persone sanno, chi non lo sa glie lo diciamo adesso, che su venti euro che è il costo del libro l'editore ne incassa otto e di questi otto ne paga due per la stampa, poi deve pagare le spese di marketing, per cui il libro è una remissione non è un guadagno, il libro è semplicemente un mezzo divulgativo. Dire, ha guadagnato due milioni di euro è un'assurdità, se Saviano vende tre milioni di libri allora è una persona straordinaria, se lo ha fatto Panzironi allora è un criminale; qui non si capisce neanche quali pesi e quali misure si usano per valutare chi vende libri. Un piccolo editore, perché noi abbiamo anche la nostra casa editrice, che decide di stampare un libro ha un coraggio imprenditoriale in un mondo dove c'è Feltrinelli, Mondadori con le loro case editrici che pubblicano quello che vogliono. Il libro è diventato oramai un mercimonio, per cui di fatto ogni tre mesi esce un libro che subito dopo viene tolto dagli scaffali, riuscire a fare quello che abbiamo fatto noi sarebbe già un case history già molto interessante. Poi veniamo al discorso di arricchirsi: qui non si tratta di arricchirsi, qui si tratta di fare gli imprenditori etici. E' chiaro che ci sono persone che guadagnano molti soldi altre che guadagnano meno e c'è chi fallisce, questo fa parte della propria capacità imprenditoriale, ma non è il guadagnare dei soldi che debba essere considerato come una cosa negativa. Seconda cosa e importantissima, se life 120 non fosse stata un'azienda “commerciale” non sarebbe stato possibile avere tutta questa visibilità, perché Panzironi che cerca di contrastare quella che è una mentalità sbagliata della medicina ufficiale non sarebbe stato ascoltato da nessuno, forse avrei potuto avere due righe tra i trafiletti del messaggero, niente a che vedere con la grande rivoluzione che stiamo facendo. Oggi in Italia ci sono cinquecento mila persone che stanno praticando il life 120 e sono persone che parlano con altre persone, convincono altre persone, quindi è una rivoluzione che non si può più fermare. Questa rivoluzione che salverà milioni di persone dalle patologie e farà risparmiare una buona parte della spesa sanitaria in Italia, sarà dovuto a questa impresa in parte commerciale che il life 120.
Noi siamo in Italia e almeno per ora ci occupiamo dell'Italia e degli Italiani. Mi domando e le giro naturalmente la domanda, se quello che lei ha portato e continua a portare in visione a migliaia di persone venisse con il tempo confermato, come potremmo spiegarci questa cecità da parte delle figure istituzionali responsabili di guidare un numero cosi grande di persone verso una condotta alimentare sbagliata? Dietro a questa cecità c'è forse un interesse? Oppure è solo incapacità di vedere ciò che la scienza vuole realmente farci vedere?
Io credo che sia un'incapacità, molte persone dicono che ci siano delle pressioni da parte delle società farmaceutiche, ma basta vedere la classe medica che secondo statiche è la più malata. Se lei vede, mediamente, un medico di famiglia è sovrappeso, ha problemi cardiovascolari, non sono persone consapevoli della loro salute, quindi queste persone difendono lo status quo perché gli è stato insegnato e sono state formate da questo.
Le società farmaceutiche fanno il loro compito per vendere ovviamente i loro farmaci, cioè continuare a mantenere queste informazioni, per cui se lei parla con il medico di famiglia e chiede qual è stato l'ultimo corso di aggiornamento le dirà che lo ha fatto su l'ultima molecola scoperta per contrastare quella determinata patologia, è un sistema che ormai gira in questo modo.
Life 120 e io nella mia persona cerchiamo di migliorare la medicina; quando lei vede che nei nostri programmi, nel mio programma, sono arrivati trenta medici, quei trenta medici prima di avere letto il libro continuavano a fare quello che facevano i medici normalmente, ovvero, continuavano a somministrare medicine. Oggi quei medici hanno un approccio totalmente diverso con i loro pazienti, quando vedono un paziente con delle difficoltà la prima cosa che gli consigliano è di fare una prevenzione di tipo primario, cioè dicono: “signora lei deve cambiare alimentazione”, poi se c'è necessità ovviamente si continua la cura farmacologica, ma nel caso dove il paziente, seguendo un'alimentazione corretta, ottiene dei risultati, l'elenco dei farmaci che le vengono dati dal medico diminuisce fino quasi ad azzerarsi.
Quindi è l'approccio che è sbagliato, la medicina in tutto il mondo ha dei grandi professionisti se pensiamo ai ricercatori che ormai hanno la capacità di scoprire tutto; siamo stati in grado di scoprire il DNA, abbiamo veramente delle menti straordinarie, il problema è applicare queste informazioni della ricerca nella cura delle persone; dall'altra parte purtroppo c'è un mondo che ha preso la strada sbagliata, la strada di andare a curare il sintomo e non la causa, perché per loro trovare la causa è un compito del ricercatore ma il ricercatore va sempre ad investigare sull'alterazione della cellula, nessuno va a fare il rapporto alimentazione e modifica di quella cellula o del meccanismo che ha portato all'alterazione della stessa, quindi c'è un po' questa ambivalenza: da una parte i ricercatori specializzati, bravissimi ma che non hanno una visione completa, dall'altra parte i medici che applicano quelle che sono delle informazioni che dalla ricerca sono passate nel mondo farmaceutico e si sono trasformate in medicine.
Potendo verificare differenti ricerche e studi scientifici quello che appare chiaramente è una tendenza a dare credito soltanto alle proprie credenze indebolendo invece le autentiche ricerche scientifiche, prendiamo ad esempio The China Study che afferma con convincimento che la causa del cancro è da attribuire alle proteine animali. Ecco, se osserviamo bene lei avrebbe potuto fare la stessa cosa: cioè dare valore al suo territorio di credenze convincendosi di fatti che poi verranno smentiti da altri ricercatori che come lei potranno in seguito trovare nuove strategie d'indagine. Voglio dire, sembra che questo suo lavoro di ricerca abbia finalmente trovato la terra promessa oppure sta solamente dando credito al proprio convincimento?
A parte The China Study che ho avuto modo di parlarne sottolineando gli errori che sono stati commessi nella scrittura di quel libro, il problema è che di solito i libri quando fanno riferimento alle ricerche scientifiche cosa fanno... Faccio un esempio... Dicono: “abbiamo preso mille persone alimentandole con la classica dieta mediterranea e gli abbiamo dato più grasso; altre mille persone (gruppo di controllo) le abbiamo nutrite con la classica dieta mediterranea. Dopo un anno riscontriamo che quelli che seguono la dieta mediterranea con più grasso si sono ammalati di patologie cardiovascolari, quindi a questo punto la colpa è del grasso”. Vogliamo controbattere uno studio su mille persone portato avanti magari per un anno? Sembra quasi che sia perfetto... In realtà non è così perché dipende da come è stato condotto lo studio. E' chiaro che se a una persona che ha già mangia zuccheri gli faccio mangiare anche dei grassi vado a peggiorare la condizione metabolica, ma lo studio più corretto sarebbe stato: a mille persone faccio mangiare seguendo lo stile ancestrale, lo stile life 120 e ad altre mille faccio mangiare seguendo la dieta mediterranea e poi si vanno a confrontare i due gruppi. Allora purtroppo si può arrivare a valutazioni differenti in base a come è stato fatto lo studio di partenza. Tutta questa cosa della carne che fa male è partita da delle meta-analisi su gruppi totalmente differenti che venivano da paesi differenti, dove non è stato valutato il grado di stress, le loro abitudini nocive, che tipo di carne abitualmente mangiavano ecc. Alla fine di queste meta-analisi hanno confermato che se una persona mangia carne ha il 10% di probabilità in più di ammalarsi di tumore all'intestino, nessuno però dice che quando una persona soffre di iperglicemia a 5 volte in più e non solo il 10 %, quindi il 500% in più di rischio di progressione delle metastasi e 3 volte in più il rischio di ammalarsi di tumore. Allora la differenza tra gli altri libri e quello che io ho voluto scrivere è che le prime duecento pagine spiegano come funziona il metabolismo umano, dopodiché le persone una volta che diventano consapevoli del proprio funzionamento cominciano ad avere la capacità di valutare le informazioni così come le vengono date.
Una delle ultime notizie se lei accende la televisione dice che si può dimagrire mangiando pasta in attesa della prova costume, lo dicono praticamente su tutti i giornali e la persona che legge solo il titolo o legge magari chissà quale ricerca che ha cercato di dimostrare questa cosa, pensa automaticamente: “bene allora posso dimagrire mangiando solo pasta”. Se pensiamo che addirittura la coca cola per dimostrare che lo zucchero presente nella stessa non faceva poi così male è riuscita a dimostrare che se dai delle caramelle a bambini diabetici questi hanno minor rischio di ammalarsi di diabete, allora a chi dobbiamo credere? Dobbiamo credere in noi stessi, noi dobbiamo diventare consapevoli della nostra salute, dobbiamo diventare consapevoli di quello che ci fa bene e quello che ci fa male e questo lo si fa esclusivamente studiando, dopodiché facendo la prova di un mese, togliendo quegli alimenti che io dico essere alla base delle patologie moderne, sarà il corpo a confermare quello che la mente già sa.
Lasciando che ognuno si faccia la propria personale idea su ciò che è bene e ciò che è male, non crede però che ci sia una radice psicologica quindi traumatica profonda dietro questo vuoto culturale?
Innanzi tutto c'è un fatto indubbiamente di cultura. Noi siamo abituati a mangiare quelle cose perché i nostri antenati in termini di nonna, bisnonna ecc. mangiavano quelle cose, quindi c'è una cultura purtroppo da modificare, dall'altra parte c'è una vera e propria dipendenza per cui il carboidrato attira carboidrato, lo stress attira zuccheri; nel momento in cui ho una vita stressata presa da mille impegni mi risulta molto più facile mangiarmi un panino che non fermarmi a mangiare una bistecca con dell'insalata. Questa è anche una dipendenza psicologica perché gli zuccheri agiscono proprio sui neurotrasmettitori che inducono appunto un discorso di ricompensa, essi agiscono sulla serotonina e quindi quando io sono stressato e mangio dello zucchero ho una specie di riduzione dello stress per poi averne di nuovo un'accentuazione. E' un discorso di meccanismi metabolici che ti obbligano a mangiare carboidrati, proprio il fatto di interromperli per un mese ci libera da questa dipendenza e ci permette invece di vivere meglio la nostra vita.
Torniamo al punto più amaro di questa storia. C'è un punto fondamentale che sarebbe meglio affrontare. Io credo che le persone che lei ha coinvolto nel suo progetto, ad esempio gli operatori del call center, abbiano inconsapevolmente fatto il gioco di chi ha voluto attaccarla. Perché, se mi permette, non è propriamente corretto dire con tale leggerezza che il diabete o altre importanti patologie possono guarire attraverso questo tipo di dieta. Non crede che in questo c'è una profonda responsabilità ?
Allora diciamo una cosa: certamente è mancata una formazione delle persone del call center, però è anche vero che queste risposte sono state date quasi esclusivamente a questi giornalisti anche se uno era un pubblicista delle iene che ha intrattenuto diverse telefonate con la persona che si è permessa di dire delle cose che non doveva dire, che non avrebbe dovuto neanche pensare. Quindi questo giornalista aveva creato quella condizione psicologica, un po' da chiacchierata da bar, per cui è riuscito a farsi dire delle cose che questa persona non aveva mai riferito, anche perché chi segue il cerca salute o parla con me sa perfettamente che non sono cose che io dico né in privato né tanto meno in pubblico. Io non sapevo che questa persona dicesse queste cose e non avevo mai avuto alcuna segnalazione da parte di nessuno. E' stato molto abile il giornalista delle iene a farsi dire delle cose da registrate per poi usarle contro il life 120. Bisogna sempre ricordare che di solito le iene agiscono sempre su segnalazione, ad esempio ci sono delle persone che vengono truffate, persone che vengono indotte ad acquistare prodotti e che successivamente dopo aver esposto denuncia contattano la trasmissione delle iene; a quel punto si attiva tutta una procedura di verifica per constatare se effettivamente c'è stata una truffa. In questo caso è successo esattamente il contrario: questo giornalista, che poi abbiamo scoperto ovviamente chi è, ci ha raccontato che in quel periodo aveva problemi con il nonno che stava morendo di Alzheimer , aveva visto proprio la puntata sull'Alzheimer dove io dicevo appunto che la malattia dipendeva dai carboidrati e che si poteva pensare di contrastarla cambiando alimentazione, questo pechè c'erano dei testimoni che da quando avevano cambiato alimentazione avevano anche recuperato delle funzionalità, chiaramente si tratta di una patologia terribile quindi più di tanto non si può fare, però nella loro vita si potevano verificare dei miglioramento almeno di quella che era la sintomatologia. A quel punto, questa persona (il giornalista delle iene), molto arrabbiata nei miei confronti volle fare un'inchiesta personale cominciando a chiamare continuamente il call center finché non è caduto sul cretino di turno registrando quello che poi è stato messo in onda. Il call center non dava quel tipo d'informazioni alle persone che chiamavano. All'epoca avevamo dieci persone e a me capitava di fermarmi a sentire quello che loro dicevano proprio per capire se la formazione che era stata fatta era stata corretta e personalmente non ho mai sentito dire da nessuno quelle cose altrimenti lo avrei preso a calci in culo. Purtroppo una persona che vuole farsi dire certe cose e registrarle, se molto scaltro, riesce a farlo. Questo è stato il problema di fondo, c'è stata certamente una leggerezza di controllo ma c'è stata anche la volontà di registrare delle telefonate che poi sarebbero state usate contro di noi.
Quindi riepilogando, lei Panzironi ha lanciato un progetto unico nel suo genere e questo perché sta utilizzando la stessa formula usata da quelli che secondo lei ci hanno guidato verso un cattivo modo di vivere la salute. Stiamo parlando ovviamente di marketing e formule di comunicazione. Questa volta però il messaggio che passa attraverso lo schermo è completamente differente. Cosa pensa di cambiare nei prossimi anni utilizzando strategie come queste?
Io ritengo, anzi sono sicuro che il life 120 e il libro vivere 120 anni cambierà per sempre la medicina perché sono fiducioso della medicina stessa, sono convinto che quando un medico si siede di fronte al televisore e guarda il cerca salute non può, se ha un approccio giusto nei confronti di quello che io affermo, non accettare quelle verità che sono scritte nel mio libro perché le ha studiate magari trent'anni prima durante i corsi di formazione durante l'Università. Io ritengo che sempre più dottori decideranno di avere un approccio diverso nei confronti dell'alimentazione, stimolato anche da quei pazienti che stanno cambiando il loro approccio sull'alimentazione e che saranno loro stessi che andranno dal dottore e diranno di aver risolto questo o quel problema cambiando alimentazione. Lo stesso dottore, dopo che si troverà dieci, trenta, quaranta, cinquanta persone che gli dicono la stessa cosa forse qualche domanda in più se la farà e incomincerà a cambiare. Io ritengo che sarà un grande stimolo per cambiare la medicina per sempre, migliorarla e farla diventare quello che era stata pensata fin dai tempi di Ippocrate cioè una scienza al servizio dell'uomo non una scienza contro l'uomo come oggi vediamo accadere proprio perché la scienza non riesce oggi a dare delle risposte concrete per curare le persone, le trasforma invece in veri e propri zombi che vengono accompagnati alla morte con un aumento anno dopo anno di farmaci che devono prendere. Non è quella la medicina di Ippocrate, infatti feci una trasmissione che si chiamava, “Il tradimento di Ippocrate” proprio perché è stato tradito il senso stesso della medicina. Credo che vivere 120 anni permetterà di ritornare a quei concetti base di Ippocrate che poi sono le fondamenta, quella che è la voglia di tutti i dottori che decidono di intraprendere questa professione fantastica, quella di curare le persone e farlo in coscienza e farlo soprattutto ottenendo degli ottimi risultati.
Lei ora è un imprenditore di successo, al momento il progetto televisivo ha raggiunto qualità che non ha nulla da invidiare alle televisioni più gettonate, ha trasformato un libro in un reality dal nome 5 mesi per rinascere. Insomma io vedo in tutto questo qualcosa di assolutamente insolito... Dove vuole arrivare?
Voglio cambiare la medicina, voglio che non ci siano più quei milioni di morti dovuti a una medicina che non sa curare i propri pazienti, quindi voglio cambiare l'approccio della medicina nei confronti del paziente, voglio avere questo merito. Questo è quello che mi interessa di più, perché questo libro è veramente una rivoluzione e voglio che la medicina ufficiale lo riconosca.