Stati non ordinari di coscienza
Strumento di evoluzione
di Maurizio Falcioni
La nostra esistenza sembra svolgersi su un piano di coscienza che non dimostra alcuna anomalia, fino al momento in cui esce da quello che possiamo definire "il normale ordine delle cose".
Possiamo dunque immergerci in questa anomalia dello stato ordinario di coscienza riconoscendo in esso uno strumento di contatto verso ciò che abbiamo rimosso.
Viaggio nelle radici umane
Il viaggio dello sciamano comincia all'interno di una cavità, che può essere grotta, fonte sotterranea di acqua calda, oppure un'apertura sulla
superficie del tronco di un grande albero. Questo viaggio psichico paradossalmente sembra un ritornare nella pancia della madre che viene appunto rappresentata dalla madre divina ,"Madre terra". Questo viaggio a ritroso nelle profondità della madre, ci fa emergere in un mondo fantastico e quindi inconscio, dove, accompagnati dalla nostra guida interiore, possiamo ri-conoscere la nostra vera identità, non separati dal resto dei fenomeni mutevoli.
Le radici alle quali tutti noi siamo legati da un punto di vista sistemico, ci riconducono ad un'intensa attività di ricerca spirituale che ha inizio secondo alcuni antropologi e ricercatori come Graham Hancock e Michael Harner, nel periodo riconducibile alle prime forme di arte rupestre, risalenti quindi ad un arco temporale tra tredici mila e i ventitremila mila anni fa, periodo che vede una prolifera attività artistica che viene oggi costantemente studiata per cercare di far emergere alcune verità riguardanti la nostra origine umana sul pianeta.
In particolare, l'antropologo Graham Hancock per capire alcune delle immagini ritrovate all'interno di siti archeologici risalenti al periodo preistorico, sperimentò lui stesso l'iniziazione shamanica attraverso rituali di visione profonda, tramite l'uso di piante psicotrope come ayahuaska (contenente DMT dimetiltriptamina) e la pianta africana dei morti (Tabernanthe iboga)
Dopo queste esperienze, che egli racconta dettagliatamente nel suo celebre libro "Sciamani", il suo parere sulle immagini ritrovate in Francia ed in Sud Africa, non rivela alcun dubbio sulla connessione tra il nostro tempo e il tempo in cui vissero i nostri antenati migliaia di anni fa. Siamo dunque legati da una profonda ricerca spirituale rimasta immutata e connessa da archetipi che chiariscono il nostro sentire profondo in relazione con il grande mistero dell'esistenza.
Ciò che realmente ci accomuna ai nostri antenati preistorici, è la chiara manifestazione di una forma comunicativa inconscia e quindi universale legata alla manifestazione indotta o spontanea di "stati non ordinari di coscienza". Per chiarire ancora meglio, possiamo dire che migliaia di anni fa i nostri antenati avevano già sviluppato una conoscenza spirituale e usavano chiaramente curare la propria anima con la trascendenza, cioè con la visione profonda dei mondi inconsci.
Erano quindi molto evoluti i nostri antenati e profondamente radicati con i fenomeni naturali dai quali trovavano ispirazione e per i quali avevano una spontanea forma di venerazione.
Viene naturale porsi la domanda su cosa avesse interrotto questo flusso di ricerca che sostanzialmente già da i nostri primi passi, aveva imboccato la via maestra che senza dubbio ci avrebbe portato ad una trasformazione naturale in simbiosi con la nostra natura, (Pacha Mama).
In realtà le capacità spirituali dell'uomo sembrano avere avuto un indebolimento nel momento in cui la terra cominciò ad essere circumnavigata non solo fisicamente ma anche da una certa ambigua e distorta forma di pensiero. E' documentato ad esempio che la figura del "medicine man" l'uomo della medicina dello spirito, venne perseguitata già durante il colonialismo, sterminando una vera e propria cultura delle radici spirituali umane che avrebbe di certo determinato una minaccia per le forme di potere religioso indotte da una casta all'esordio del suo dominio
Piccoli focolai rimasero comunque accesi all'interno delle intricate foreste inesplorate e protetti dalle forti braccia di una cultura ancestrale di ordine divino. Oggi questi piccoli focolai stanno lentamente riprendendo piede sul pianeta, diffondendo una parola che in se contiene il segreto della guarigione da una profonda intossicazione durata migliaia di anni. Siamo dunque alla vigilia di una rivoluzione di "altra natura" che vede l'ausilio di antichi rituali analogici di iniziazione capaci di riattivare alcune funzioni vitali per lo spirito dell'uomo e della donna.
Attraverso questa rivoluzione dei sensi e delle sensazioni ci ritroviamo in contatto con la più antica forma di guarigione che si perde letteralmente all'orizzonte del tempo. Entriamo così nel mondo degli stati non ordinari di coscienza, nel pieno ritmo di un tempo che non lascia tempo alla superficialità e si impone con prepotenza verso un cambiamento di coscienza globale.
Riscoprendo le antiche tradizioni ritualistiche, riscopriamo di conseguenza l'importanza del respiro e della meditazione, l'osservazione diretta dei fenomeni così come sono, senza alcuna arroganza nel volerli cambiare. E' legge naturale il susseguirsi delle stagioni ed il nascere e morire degli uomini, l'atto rivoluzionario di andare contro tale legge ci ha spinto verso il baratro dell'abisso, di fronte questa grande opportunità non ci resta che sondare l'abisso attraverso uno stato "altro" di coscienza.
Al cospetto della malattia, che sia essa mentale o fisica, l'atto della guarigione si innesta solo se a volerlo sia l'individuo in connessione con la propria anima; in questa simbiosi si manifesta il coraggio di scendere nelle profondità dell'inconscio per raggiungere così le corde stonate che in superficie generano disturbo. Gli stati non ordinari di coscienza sono solo un modo per accedere a quelle profondità che durante la veglia cosciente sperimentiamo sotto forma di sensazioni. La nostra abitudine infatti è quella di separarci dalle "faccende inconsce" anche perché non potremmo occuparcene coscientemente. Ci separiamo quindi dalla nostra vera identità, vivendo come una piccola increspatura che spumeggia sulla superficie del mare, separati dall'intero oceano. Questa superficialità può rendere il nostro agire grossolano e inevitabilmente privo di gioia.
Il risveglio accade nel momento in cui l'onda in superficie diviene consapevole dell'intero oceano, in quanto esso stesso appartenente all'onda. L'illusione della separazione svela la verità dell'immenso spazio interiore e in questo infinito spazio cominciamo a sentirci liberi di muoverci nel mondo. La prigione del corpo diviene cellula dell'anima universale e l'Io riconosce se stesso non come parte separata dall'Universo ma come esso stesso, Universo.
Visto nella nostra società contemporanea, lo strumento che innesta la trascendenza (trans-ascendere= salire al di là) viene facilmente confuso con una facile via di accesso all'Olimpo degli Dei. Un'idea errata nel percorso spirituale determina nel tempo una deviazione dalla via maestra che abbiamo imboccato inizialmente e in alcuni casi può farci retrocedere, sviluppando il nostro "io-egoico-bellico".
Una reale manifestazione del nostro progresso come persone complete, quindi completamente in unione con lo spirito e la carne, ci dimostra che le nostre convinzioni illusorie, spesso sono solo un altro modo in cui la mente interpreta la realtà.
Scontrandoci duramente con la realtà, possiamo definire meglio le vie da seguire e disilluderci da tutti i contenuti inutili che inevitabilmente in questa profonda crisi che stiamo vivendo, diventano per noi salvifici, ma solo ad un livello superficiale.
Colui che decide veramente di sperimentare la natura umana oltre l'illusione della mente condizionata, comincerà spontaneamente a farne esperienza diretta per mezzo di una successione di stati non ordinari di coscienza, indotti o spontanei che determineranno una fuoriuscita di contenuti biografici inconsci, indispensabili perché la nuova forma animica possa formarsi.
L'esperienza diventa quindi la base su cui fondare il nostro tempio. La profondità dell'esperienza dipenderà dal punto di vista del discepolo, dalla sua determinazione e dalla più profonda dedizione alla pratica.
Concludendo, è dovere personale, ricordare a me stesso e a tutti voi che una giusta visione di Dio è prima di tutto conseguenza di un rapporto sano con i propri genitori, con le proprie radici e con la propria visione interiore, in una ricerca dell'armonia che si dimostrerà chiaramente essere, la più grande impresa della nostra vita, prima ancora della nostra ascesa.